TERAMO – “A 72 ore dalla scadenza della fase di start-up della Teramo Lavoro e dei contratti di lavoro nessuna proposta è arrivata dalla Provincia per uscire dall’emergenza”. Così Ernino D’Agostino, coordinatore dell’opposizione in Consiglio provinciale, interviene In conferenza stampa alla vigilia del consiglio provinciale che giovedì discuterà del futuro dei centri per l’impiego e della vertenza dei dipendenti della società ‘in house’ della Provincia, tornata oggi sul tavolo del prefetto Valter Crudo. Un chiaro progetto industriale, l’internalizzazione di parte dei lavoratori, e la prosecuzione della fase di start up di Teramo Lavoro (verificata la fattibilità che passa per un nuovo accordo con i sindacati) sono le proposte del centrosinistra provinciale che si dichiara contrario a una soluzione che passa per il ricorso alle agenzie interinali. «Sarebbe l’anticamera della disoccupazione – spiega D’Agostino – visto che in questo modo si dà il via libera al precariato e i costi sarebbero maggiori. Siamo favorevoli alla prosecuzione della fase di start up per la società, ma solo come soluzione temporanea in vista di un chiaro progetto futuro». Nel frattempo per D’Agostino bisogna lavorare su due fronti: internalizzare quelle funzioni che non si possono considerare “strumentali” (ad esempio le concessioni o il geni civile) e fare un bando per assumere parte del personale a tempo indeterminato, e fare un piano industriale per la società in house per procedere con i contratti per gli altri lavoratori. Una proposta avanzano i consiglieri d’opposizione per la prosecuzione dei servizi dei Centri per l’Impiego e per la tutela del personale inserito nelle strutture. La soluzione per D’Agostino passa per un’intesa con la Regione Abruzzo per l’utilizzo dei finanziamenti del Por Fse bloccati dalla Regione. «Si parla di un milione e mezzo di euro, già impegnati, che se non arrivassero potrebbero portare al dissesto dell’Ente – spiega D’Agostino – . Queste somme andrebbero destinate ai centri per l’impiego e a selezioni pubbliche effettuate direttamente dalla Provincia ricostituendo la gestione unitaria del Settore Lavoro e Formazione dell’Ente». D’Agostino è infine tornato a chiedere le dimissioni dell’amministratore delegato della Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola: «Non vogliamo sostituirci alla magistratura, ma pensiamo che per questioni di opportunità l’amministratore debba fare un passo indietro ed essere sostituito da un dirigente interno all’ente in modo tale da garantire anche un controllo più puntuale sulla società».
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